Nell'estate del 2005 la via più veloce era ancora la
nave per cui decisi di organizzare una sorta di viaggio circolare che prevedeva
la partenza da Ancona in nave verso Spalato e da lì in bus verso Sarajevo per poi visitare Mostar e successivamente prendere un altro bus per
raggiungere Dubrovnik da cui avrei preso dove una nave per Bari.
Così a ridosso del Ferragosto, il 12 agosto per la precisione, mi imbarcai da Ancona verso Spalato arrivando
nella città nel tardo pomeriggio.
Non era agevole trovare un posto per dormire, la
maggior parte degli alberghi in città erano pieni, avevo però prenotato una
stanza in un piccolo albergo che si trovava che si trovava fuori Spalato nella
località chiamata Kastel Stari.
Arrivai all'albergo che pioveva, ricordo di aver mangiato
qualcosa in una pizzeria vicino all'albergo e di
essere tornato in albergo con una certa mestizia pensando di passare una
piovosa serata croata in attesa che iniziasse l'avventura.
Ed invece alcune volte basta poco per stare bene, perchè una serata possa diventare
indimenticabile, poche cose e l'animo predisposto. Ricordo che alcune ragazze
probabilmente del nord Europa si inventarono una sorta di danza
della pioggia e con quel poco che avevano a disposizione organizzarono un
piccolo spettacolo di pochi minuti ma che comunque ci rubò qualche sorriso.
Il mattino seguente dopo aver visitato velocemente Spalato presi il bus in
direzione Sarajevo.
Ricordo come mi sentissi emozionato nel visitare per
la prima volta questa città martire e di come e di come cercavo nelle mura dei
palazzi le tracce di quella maledetta guerra.
Ricordo che feci una lunga passeggiata notturna mi
godetti il silenzio, il suono dei miei passi sul selciato , l'acqua che
scorreva nelle Fontane e la luce che disegnava la città.
Il giorno successivo iniziai a visitare Sarajevo.
Proprio mentre mi trovavo su una delle colline e
precisamente sulla fortezza ebbi la fortuna di incontrare una
persona che ero riuscito a contattare soltanto via mail e che disperavo incontrare
di persona.
Mentre osservavo Sarajevo dall'alto e mi stavo godendo
il panorama venni attratto dal parlottio di un gruppo di ragazzi.
Cercando di comprendere di che origine fossero rimasi stupito nello
scoprire che si trattava di un gruppo di scout italiani.
Con loro c'era un uomo, un signore anziano, che stava spiegando in perfetto
italiano la storia di Sarajevo.
Il mio stupore divenne ancora maggiore quando scoprii nel presentarsi ai
ragazzi che questo signore era proprio Bruno Palestra quell'italiano di
Sarajevo che avevo contattato via mail.
Così ci presentammo e parlammo un po' e lui mi raccontò la sua storia, parte della storia spesso dimenticata di quelli
italiani che dal Trentino a fine Ottocento, inizio del novecento, in quanto cittadini
austro-ungarici si spostarono Bosnia a
vivere e lavorare.
Dopo questo fortunato e imprevisto incontro
ricominciai la visita della città spostandomi
verso la periferia nei pressi della località di Ilidza località
termale dove nasce il fiume Bosna. Ma non era questo il mio obiettivo infatti,
visitai le Sorgenti solo successivamente
nel corso di un successivo viaggio.
L'obiettivo del mio viaggio era visitare la casa da dove partiva il tunnel che
durante la guerra attraversava il sottosuolo dell'aeroporto di Butmir e permetteva alla
gente ma soprattutto ai viveri di
raggiungere la città assediata.
Anche di questa visita ho un ricordo indelebile. Nel 2005 non esisteva ancora neanche il piccolo museo che successivamente verrà creato nella casa
ancora oggi di proprietà della stessa famiglia che consentì a proprio rischio
la costruzione di questo tunnel.
Riuscii a procurarmi, però, una videocassetta amatoriale con un lungo filmato
riguardante il tunnel e l'assedio di Sarajevo che ancora adesso
conservo anche convertita in file digitali.
Il giorno successivo il giorno successivo decisi di
andare a visitare una delle altre città martiri della Bosnia-Erzegovina e cioè
la città di Mostar.
Della città di Mostar
ricordo naturalmente di aver visitato per prima cosa il ponte che è il
passaggio obbligato e doveroso
Di aver assistito alla classica esibizione di tuffi.
e di aver poi visitato il caravanserraglio e il Museo
della Guerra dove acquistai un DVD che ricostruiva la drammatica storia della
distruzione del ponte.
Anche a Mostar come a Sarajevo le mura e le stesse pietre sono memoria di quanto accaduto:
Il mattino successivo il bus da Sarajevo mi portò a Dubrovnik verso ora di
pranzo e così ne approfittai per visitare la città trovai ricostruita
com'era un tempo.
La sera andai ad un concerto in un centro sociale e il giorno dopo era
già tempo del ritorno era già tempo del ritorno in nave verso Bari.
Questo viaggio, seppur davvero breve, conteneva però già gran parte degli interessi che avrei
sviluppato nei viaggi a venire ma in quel momento onestamente, pensavo che quel
viaggio sarebbe rimasto unico all'interno del mio percorso di vita, e per questo può essere considerato il "viaggio di fondazione". Fu invece, in questo ringrazio il Dio dei viaggiatori, solo una
prima tappa nel cammino ancora non terminato verso la comprensione della meravigliosa diversità della ex Jugoslavia.